Notizia sostenibile dal quotidiano La Verità” numero del 26 settembre 2019 pag. 43 L’arma letale a cura di Silvana De Mari

Acutissima osservatrice , Silvana De Mari come una visionaria traccia la strada per una ribellione che prima di passare dai cortei passa dalla mente e cioe’ da quello che io chiamo “l’officina delle idee” che non deve diventare “l’ospedale delle idee da rieducare”

La morte non è mai una scelta volontaria, intendo dire che la volontà che porta al suicidio non è mai una volontà al 100%.l’istinto di sopravvivenza è il più forte istinto che esiste in natura “,introduce la dott.ssa De Mari …

Sono d’accordissimo ! Chi è il grande fratello o sorella in epoca “transgender “ (il suffisso “trans”è stato adottato dal transatlantico Titanic per arrivare ai giorni nostri )bisogna fare attenzione ai sostantivi femminili, maschili e neutri – per non incorrere in “errori di genere”, che ha deciso che siccome nella vita esiste anche la possibilità oltre di nascere anche “di morire “ e prima che ciò avvenga di soffrire, dobbiamo fare una legge che promuova la dolce morte come liberazione dal male che ci rende insopportabile l’esistenza ???

Questo grande fratello o grande sorella pare abbia studiato bene la storia visto che va a riprendersi i passaggi della legge T4 entrata in vigore durante il regime nazista in Germania che non andava molto per il sottile sostenendo che i malati, i bambini handicappati, gli anziani invalidi prima di soffrire erano un costo … e allora ?

Ecco che arriva una legge allora per “gli indegni di vita” (Unwuerdiges Leben Gesetz) che ti facilita il compito di dare la dolce morte per “insana malattia “ che è fonte di sofferenza e io dico di costi

per la collettivita’… Non ho ancora sentito nessuno che dica quanto costa la retta giornaliera di una malato in coma irreversibile, se non altro almeno che ci sia la correttezza dell’intenzione che e’ tagliare un “costo” e sollevare “i famigliari “ i quali non avrebbero piu’ da combattere per avere il ricovero di “sollievo” a tempo nei vari istituti di ricoveri… Il ricovero di solliero l’ultima trovata

per sollevare la famiglia ma non si sa se il paziente si sente sollevato…

Tornando a bomba , ai tempi della “unwuerdiges Leben Gesetzt” i vari dottori Max De Crinis, Bouhler, Creutzfeld, Ewald , Brandt, Schneider,Pfanmueller ecc… (che inventarono la biologia politica) sebbene riconoscessero nei malati di mente una “parvenza “ di lucidità legalizzarono la dolce morte giustificando che la vita indegna di essere vissuta , deve essere suicidata, badate bene, ho tolto il verbo riflessivo , quindi vuole dire che il suicidio per realizzarsi ha bisogno dell’aiutino.

Quindi la maglia si allargò tanto bastava per infilarci di tutto quale requisito per la dolce morte che divenne apparato e sistema.

E in Italia oggi ? Oggi abbiamo la corte costituzionale che striglia il Parlamento che non ha ancora trovato il tempo per legiferare su quanto possa essere “resiliente “ l’istinto di sopravvivenza rispetto all’irreversibilità di una malattia che da una parte crea posti di lavoro ai recercatori che devono trovare l’amuleto e la pozione magica per la guarigione e dall’altra essendo che la ricerca ha costi elevatissimi che in Italia sono oggetto di tagli da machete , si legifera che mentre si studia per vincere le malattie “impossibili” che ci vengono date in genetica eredità “forse “alla nascita , dall’altra poniamo rimedio agli elevati costi di sostenibilità economica della malattia ,pontificando che siccome il malato costa ,forse non quanto gli aerei da guerra F35 o la manutenzione dei cavalcavia autostradali in odore di crollo, allora bisogna risanare la spesa sanitaria”sanificando il malato”, in che modo ? Liberandolo.

Ricordo di un grande genio dell’astrofisica Stephen Hawking affetto da Sla o qualcosa di simile

che per la sua genialità e intuizione fu salvato dall’eutanasia per fare in modo che il suo cervello perfettamente funzionante continuasse a regalarci stupefacenti intuizioni sull’origine dell’universo…In quel caso tutto il globo pensante si diede un gran da fare per creare personalizzandolo un computer con il quale il grande scienziato comunicava con il mondo esterno rendendoci partecipi delle sue visioni…

Un caso unico è vero, ma un caso che se non fosse stato per la grandissima intelligenza di questo scienziato , peraltro non devastata dalla malattia, sarebbe andato incontro all’eutanasia ?

Non tutti i malati terminali sono astrofisici del calibro di Stephen Hawking … e che facciamo ?

Una graduatoria su chi abbia i requisiti pre eutanasia o su chi invece non avendo genialita’ viene aiutato a interrompere una vita di sofferenza perché non potendo “spremere il suo cervello non custode di intuizioni oltre l’umano” , non ci sarebbe il contrappeso dei costi per lo stato e dei benefici per il malato che non essendo uno scienziato al centro dell’opinione mondiale ha un trattamento di serie B?

La giornalista Silvana DeMari che ringrazio per il bellissimo articolo da me condiviso , si pone al domanda che io pongo ai lettori de “Ilmondoapassoduomo”:”Con eutanasia e suicidio assistito, vogliono convincerci,che la morte puo’ essere volontaria, ma in questo modo il nostro corpo non ci appartiene piu’”

Il grande fratello una specie di occhio multifattoriale alla Polifemo (che non so dove stia di casa )che sta studiando e organizzando una campagna mondiale dove siamo indotti a pensare che il desiderio di morte da eutanasia sia piu’ forte dell’istinto di sopravvivenza (che risiede nella parte limbica frontale del cervello ,sede delle emozioni e dei sentimenti fino al primo attimo in cui l’ovulo fecondato diventa feto comincia a ricordare la sua vita futura a livello subcosciente),e con ciò facendo ci obbliga mentalmente alla rassegnazione che l’uomo che viene al mondo non per averlo chiesto, non sia in grado di decidere lucidamente quando voler morire senza il protocollo del politicamente corretto…

Ergo , ho assistito persone malate terminali nella mia famiglia fino all’ultimo minuto della loro esistenza e in loro non ho mai visto o sentito rassegnazione, ma un fortissimo istinto di sopravvivere anche alla malattia pur soffrendone i sintomi terribili del dolore che la stessa malattia percuote il corpo e la mente…

L’uomo nasce per vivere e in questo attraversando la sua esistenza e pensando anche alla sua fine temporale non si rassegna mai “ISTINTIVAMENTE” a voler morire intenzionalmente.

In questo non vi è nulla di strano, strano è invece che si voglia creare una sorta di “cattività’” da eutanasia dove per legge entrerebbero casi di disagio mentale per esempio, che rischierebbero di diventare degli asset pericolosissimi(in alcuni paesi a nord della civilissima Europa pare sia già una realtà di cui nessuno parla) dove la malattia mentale assumerebbe la volontà di morte…

L’indottrinamento che sta prendendo piede , va contro la logica del progresso che non potrà mai

anestetizzare l’istinto , precategoriale a qualsiasi ratio, e che resiste perchécreato per vivere e non per morire.Non per niente si dice “istinto innato “ …

Ma la morte è di destra o di sinistra ? Per ovvie ragioni di stato, la morte tace.

Esistono già protocolli di “medicina palliativa” peraltro assurta a disciplina di specializzazione medica che suppliscono all’eutanasia e che accompagnano dignitosamente il malato al fine vita e preparano anche i famigliari al vuoto che il lutto del parente lascia .

La negazione della volonta’ individuale (applicata a mani basse all’eutanasia come logos dominante e invadente oltrechè pedante ) che vuole dire “soggettività” sta diventando una droga spacciata per cultura del diverso a tutti i costi che “sfocerebbe nella discriminante” dove anche i bambini nella piu’ tenera età sono sottoposti a corsi in cui si dovrebbe vedere o capire da parte degli addetti ai lavori il futuro orientamento sessuale del pargolo…

E cosìse il bambino o la bambina sono normali , tale normalità diventerà confusione immotivata e

alimentata da coloro che in nome di una società che ha letteralmente spazzato via il concetto di famiglia quale societa’ naturale ,vuole programmare , deviare, con un accanimento sperimentale dove il bambino di turno sottoposto a tale “scuola” in una società con parametri di normale decenza minino, correrebbe il rischio di essere abusato.

Ma siccome la manipolazione ideologica vuole pensare anche alla felicita’ del futuro pargolo potenzialmente “transgender” allora sempre l’ideologia , spiegherà all’innocente che non ha ancora capacita’ di giudizio autonomo che la via dell’integrazione è quella della diversità e che se lui diverso non si sente, non si deve preoccupare ,ci penserà sempre l’ideologia a inventare altro stato di natura dove chi nasce maschio puo’diventare femmina, e se non sa ancora che cosa vuole essere ci pensa la medicina a bloccare la pubertà(altra invenzione della natura ) così da dargli il tempo di pensare a quello che vuole essere da grande con la possibilità di ritornare indietro se cambia idea ma senza l’opzione di ritornare al suo stato originale .

Un tempo non si decideva autonomamente che cosa voler essere e se si arrivava al passaggio del cambio di sesso, non esisteva un percorso psicologico per supplire ai traumi che inevitabilmente possono colpire la mente ? Un tempo non esistevano già ed esistono ancora nel nostro civilissimo paese ospedali specializzati in tutto questo ? La scelta “libera” e non “malata” di essere uomo o donna che origina quello che dicono essere dismorfismo dell’identità sessuale e’ un fatto PRIVATISSIMO della persona che decide secondo la sua indole il da farsi con il supporto di medici ,chirurghi, endocrinologi ecc…

Organizzare la dottrina arrivando addirittura , e manca poco ai neonati da scolarizzare sul diversamente “altro”corretto, mi pare un orrenda forzatura contro “natura” e cioè vuole dire superare ogni dignità che e’ “transgender” nel senso che non ha un sesso ,anche se è sostantivo femminile.

L’arma letale ? Non pensate sia una bomba atomica che ci polverizza in un nano secondo facendoci diventare briciole di vento , è qualche cosa di molto più vicino a noi, si chiama influenza del mercato delle idee- che non hanno scelto di essere vendute-, dove l’asset mentale è demolire la soggettività per omologarci in una forza che sta diventando un esercito , “quello dell’involontariamente diverso”

Esiste altra arma letale che e’ fatale per sua natura : pensare che non è un atto contro natura.

Barbara Appiano

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