FUTURISMO DEL MONDO

Il mondo a passo d’uomo sostiene :“D’Annunzio/Marinetti , una sintesi perfetta “di Francesca Barbi Marinetti da Cultura identità pag. 7 Settembre 2019.
Parlare oggi di Futurismo sarebbe come far ululare i lupi braccati perché socialmente pericolosi e invisi dagli allevatori che si sentono assediati dal lupo che in fondo fa il suo mestiere quello di essere un predatore cosi’ come indicatogli da madre natura nel suo dna.
Futurismo da lupi braccati ? Oggi il futurismo è un “ismo”, ma interessante è la rappresentazione di Francesca Barbi Marinetti nel suo articolo “D’Annunzio /Marinetti, una sintesi perfetta”,che la stessa fa del Vate e del fondatore del movimento futurista Tommaso Marinetti…
Basta una città “Fiume” per avvicinare due artisti che si sono sempre invisi a vicenda volendosi bene a suon di insulti …Eppure anche due artisti cosi’ opposti nella visione del mondo ,scoprirono di essere uniti nell’intento di portare l’arte al potere in un luogo Fiume che era la “città della vita”.
Non vedo oggi nel ventunesimo secolo un pensiero cosi’ moderno, avanguardista che ha l’occhio proiettato oltre le ombre dell’oggi.
Anzi , la classe politica dei “nuovi giovani” rappresentano il passato del futuro che ha deciso di non arrivare da nessuna parte se non diventare totem di una cancrena di un pensiero unico dove per cambiare
il mondo non bisogna cambiare niente (viene in mente appunto la massima di Tomasi da Lampedusa nel Gattopardo che sosteneva “che bisogna cambiare tutto ,facendo finta di cambiare, per non cambiare “)..
Dunque viene in mente che il coraggio del cambiamento oggi è illusione che nasce la mattina per morire la sera e non rinascere il giorno dopo,parliamo di un coraggio metabolicamente anoressico, privo della
marcia in più , che e’ la forza delle idee, più che forza oggi vediamo nel campo dell’arte mediatica sublimato dalla pseudogenialità sponsorizzata dai media, un appiattimento che solletica estetiche
apparenze del nulla.
Ebbene si ! Stiamo navigando a vista nel nulla ,un luogo dove la genialità di coloro che vedono oltre ,si ritrovano soli , spaesati in cerca di un nuovo futurismo che non sia “antagonismo”…sono i soldati della bellezza, vivono rintanati, sognano e progettano il mondo del futuro, sono gli architetti del verso poetico,
del romanzo folgorante, dell’idea che il Pil del paese puo’ essere partorito dall’arte…..
La solitudine che li circonda e’ angoscia , la memoria persa nella palude dell’imbroglio ideologico blocca
una visione del mondo dove gli artisti ,creatori di bellezza incontrandosi in una città che non puà più
essere l’italianissima Fiume ora fuori dai nostri confini,diventerebbe il trampolino di lancio di un futuro –
futuristico da arrivare ma necessario…
Invece, assisto ad una zuffa continua di una classe politica impreparata senza umiltà che non riconosce la
necessità vitale di INVENTARE IL FUTURO sganciandosi da schemi vecchi ,una classe politica che non
possiede la stoffa per creare un’altra “città della vita “del ventunesimo secolo..
Il paese pulsa di bellezza e verità seppure sotterrate da alluvioni , terremoti, e alto forni in fase di
chiusura, vi l’urgenza antropologica di riscrivere il futuro MAI NATO che invece Marinetti in una
visione da Star Trek con le macchine pensanti e D’Annunzio che era esteta della poesia sentirono come
visione di un mondo che stava arrivando scalciando come un purosangue, sbuffando come una
locomotiva transiberiana….
Futurismo fu un mondo che partorì idee fulminee cadute nelle trincee della prima guerra mondiale
insieme al fiore della gioventù di allora che senza selfie ma con indomito senso patriottico non si tirò
indietro per il senso identitario di paese, oggi non ti soccorrono nemmeno se cadi dal marciapiede o se
inciampi in un tombino, e potresti stare giorno e notte a chiedere aiuto senza che nessuno passendo ti
veda, (altro che trincee da prima guerra mondiale )immersa com’è l’umanita’ a camminare con cuffie e
auricolari che trasportano in un mondo inesistente la voglia di vivere , di costruire, di migliorare, tutto
anestetizzato dalla tecnologia compreso il dolore mentale di vivere senza la possibilità di respirare un
nuovo futurismo che è URGENZA CULTURALE.
“Avevo un futuro che nacque vecchio, provai a ringiovanirlo a colpi di X Factor, ma scoprii che Xfactor
non voleva invecchiare in un futurismo che non gli garbava, troppi fucili, troppe trincee, meglio un
divano al caldo con il reddito di cittadinanza a fare del futurismo ,il nuovo assistenzialismo che ha
accecato le potenzialità inesplorate del nostro paese.”Così ha parlato il futuro messo sotto scorta a
invecchiare precocemente.
Ciò che fece la differenza allora fu la volontà della passione di unire l’arte nella sue fisiologiche

differenze per cambiare scegliendo un luogo Fiume come punto di partenza, oggi diremmo “start up” un
inglesismo che nulla vuole dire visto che ormai per partire possiamo stare fermi a casa nostra muovendo
le idee che latitano cosi’ circondate dalla mediocrità del privilegio che la politica non vuole intaccare…
L’arte al potere ?Sarebbe come andare sulla luna con un monopattino elettrico rischiando di essere
multati perche’ sorpresi a rubare la forza di gravità delle idee allora giovani di un futurismo che
schiaffeggiò ,spazzandola via , la muffa di un vivere che non accontentava più le intelligenze che
domandavano, inventavano altri mondi possibili…
Il futurismo fu la giovinezza dell’arte che se marciante unita avrebbe ribaltato l’economia trasformando il
mondo in un gigantesco giardino,dove la misura delle cose era pensiero e azione in divenire costante e
mutante per diventare sempre altro senza fermarsi per invecchiare …Un giardino, dove le idee seminate
avrebbero dato i frutti, oggi il futurismo è la decrescita felice di un paese condotto da una classe
dirigente che ha rinunciato al futurismo per creare consenso con l’assistenzialismo, piegando il senso
della parola “futurista” in un immobilismo giustificato dall’estrema negazione di cambiare come se
cambiare facesse paura… futurismo è il passo della libertà che grida di volere camminare a testa alta a
braccetto della verità, non mi vedo futurismo nei giorni che viviamo incollati al display di un telefono che
e’ diventato il nostro psicanalista.
Barbara Appiano
Tutti i diritti riservati, il mondo a passo d’uomo n.6 del 18 novembre 2019
rubrica il mondo in piedi