Numero 3 anno 2019 de IL MONDO A PASSO D’UOMO 28 ottobre 2019

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Prossima uscita 4 novembre 2019.

FELICITA’ parola licenziata per vetustà dall’umanita’ che non ha voglia di invecchiare
e che per non invecchiare diventa infelice, prigioniera dell’eternita’ che non ci appartiene.
Siamo al nostro 3 numero in uscita del il mondo a passo d’uomo, e ci prepariamo ad affrontare la sfida che l’infelicita’ ha lanciato alla felicita’.
Spesso siamo scontenti perche’ le banalità che ci spingono ad essere infelici sono degli idoli spacciati per stato di benessere che non quest’ultimo non hanno nulla da spartire.
Il nostro paese, l’Italia, luogo di assoluta bellezza avendo in ogni anfratto a cielo aperto o chiuso in un qualche museo ,la bellezza in ogni sua stratosferica eccezionalità..
Eccellere, questo il punto come superamento dialettico per cui ci liberiamo abbandonandoli sul ciglio della strada del banale, tutte le cose che ci opprimono essendo sovrastrutturali al nostro vivere per cercare
la felicità..
L’inventario delle banalita’ che ci dovrebbero rendere felici secondo il pensiero unico che e’ la grande distribuzione delle inutilità-, ci ha fatto accumulare in casa , cucine componibili , divani,televisori al plasma, macchinari vari che dovrebbero fare a fettine la nostra cellulite e poi ancora la domotica che sarebbe la casa elettronica che ci vuole sostituire anche nelle pulizie di casa-,insomma tutta una serie di inutilità spacciate per indispensabili dai furbetti del consumare che ci assediano con promesse di felicità che dovrebbe essere secondo il pensiero massimo dello stato della felicita’ formato grande distribuzione organizzata, vivere con la casa che parla da sola, che ci lava i piatti ,che partecipa per nostra delega alle
assemblee di condominio, che va da sola mettendosi le ruote all’ufficio postale per pagare le bollette, le quali bollette non potranno mai essere pagate dalla casa domotizzata che resta un elettrodomestico e che non pensa a creare e a distribuire il reddito da felicita’,dicasi anche PIL con l’aggiunta della Effe tradotto
Prodotto interno lordo della felicità.
E allora ? Allora,arriva in soccorso alla felicita’domotizzata con sorrisi di plastica ,i nostri, che restano sempre appesi alle guance attrezzate da sorriso perenne, il pensiero moltiplicato e diffuso che la felicità
non è una cucina Scavolini, il Suv del vicino, la faccia rifatta della tua collega…
Insomma questa felicità ,dove sta di casa ? Si pensa sia apolide e non per colpa sua ,sic !
E’ una ricercata internazionale, munita di passaporto empatico , ha chiesto asilo al mondo platonico della conoscenza per esperienza che non ha paura di invecchiare, in stato d’assedio perenne , ripete che lei non è un agente di commercio che vende pannolini anti alluvione ai neonati di ultima generazione generati da uteri tipo navicelle spaziali che tutto fanno tranne che procreare la felicita’..
Il mondo resta sordo al suo appello, nessuno le crede, nessuno vuole avere a che fare con lei che non offre
pacchetti tutto compreso di felicita’ formato famiglia dove la famiglia pare non sia piu’ felice ,perchè estinta dal furto dell’amore distillato in formato ovulo…
L’ovulo vorrebbe dire che lui non ha voglia di diventare bambino orfano , vorrebbe restare nel mondo del “normale” e non del “paranormale”dove mamma e papà non credendo piu’ alla felicità dichiarata nemica della societa’ , hanno rinunciato alla creazione di una nuova generazione, in cui le case sono un tavolo accessoriato di sedie , apparecchiato con piatti di minestra fumante dove persone che hanno un nome e cognome e sanno da dove arrivano si siedono, ringraziano per il pasto ricevuto che non e’ un hot dog, e discorrono della giornata senza che altra intrusa, la televisione si metta a pontificare che la felicità è altrove …
Mondo illusorio ? No, mondo sotterrato che e’ esistito con i bambini (me compresa ) che andavano prima all’asilo e poi alle scuole elementari con il grembiulino e la cartella di cartone (o ancora la mia ,diventata nel frattempo vintage) che ospitava al suo interno un sussidiario e la merenda , pane con zucchero , o pane e burro..allontananti dalla pensiero che lo zucchero e’ assassino, che il burro fa soffrire le mucche derubate del loro latte..
Questo mondo era anticamente felice, dico antico perché la velocità del tempo diventato tecnologico ha asfaltato la lentezza di pensare senza che si possa capire perche’ se parti un secondo dopo che il semaforo è diventato verde ti inveiscono che bisogna fare in fretta che non “c’ è tempo “ e che se non tisbrighi a cambiare la cartella di cartone passata da fratello maggiore a fratello minore con lo zaino ipertecnologico con il gps incorporato , ti perderai la felicita’ ricavata per sintesi di laboratorio,
una felicità a scadenza paragonata alla crema antirughe, al Suv del vicino che tu invidi, alla casa domotizzata…Una felicità con scadenza da consumare prima che scada, perche’ arriverà nuovo stimolo da soddisfare e avanti di questo passo a rincorrere la felicita’ che anziché essere uno
stato di grazia mentale dove l’uomo si rincongiunge con l’universo e non gli fa la guerra, e’ un rincorrere a forza di consumare e buttare una vita imperfetta stritolata dalla mania di voler controllare anche i battiti cardiaci che producono con la partecipazione al 50% del cervello la serotonina, elisir di esistenza divina..
La felicita’ è attualmente in stato di cattività , alberga in una zona ad alto tasso di immunita’ postideologica e resterà confinata in tale limbo dove e’ permesso anche piangere senza fiaccolate e senza telecamere,perche’ trattasi di gioia ,essenza unica e imprendibile che nessun divano a rate potra’ consegnarci,visto che nessuno ci ha insegnato che lei , la felicita’ sta dentro di noi e che dove si trova ora si sente orfana dei nostri battiti e salti pindarici che ci mostrano il mondo per quello che è un fantastico girotondo ,dove Dio non fa politica , non ha tessere di partito , ed è pensiero in-dipendente che parla per sconfiggere il niente.
Barbara Appiano
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