IL PENSIERO FORTE

Il mondo a passo d’uomo uscita n.3 del 28 ottobre 2019 rubrica “il mondo in piedi”
Il genio è sempre un po’ folle .Ma la sregolatezza non fa un artista “ di Marcello Veneziani
da “La verità” di Mercoledì 23 ottobre 2019
Il mondo a passo d’uomo continua nella selezione attraverso quotidiani indipendenti di articoli ritenuto a
suo giudizio meritevoli di essere sostenuti come notizie utili alla salute mentale degli italiani.
Il pensiero forte , la rubrica di Marcello Veneziani che descrive il genio e la follia attraverso storie
di grandi artisti, filosofi ci ha affascinato ,perché oggi vi è urgenza di genialità visto che siamo afflitti da
banalità di ogni sorta che sgomitando a suon di “mi piace” stanno schiacciando in modo sleale ( quando
mai la banalità per sua natura è leale ?) la genialità.
Un tempo era il merito oggi sono i “mi piace” a creare l’accademia del banale , del facile da pensare che
assume il ruolo di arbitro per cui più sei banale e profeta dell’ovvio e piu’ piaci.
“La pazzia è l’emisfero in ombra dell’umanità , il lato b che percorre come una trama a rovescio la
storia della civiltà, dell’arte , del pensiero e dei rapporti umani” così descrive la pazzia Marcello
Veneziani sostenendo sempre nell’articolo che “infine il genio è come un bambino, ha uno sguardo puro
e disinteressato sul mondo. Anzi , ogni bambino è in un certo senso un potenziale genio e ogni genio è in
un certo senso un bambino “ citando quale esempio di tale teoria Schopenhauer, Mozart, Goethe ,
aggiungendo Dalì e Fellini.
Il genio non ha bisogno del consenso, vive per il gioco della creazione che e’ intuito incondizionato ,
visione dell’istante che diventa mondo .
Oggi , come spesso ho scritto , si grida in modo sguaiato alla genialità quando magari il “capolavoro del
genio “ legato alla logica del mercato ha scritto o prodotto banalità rivolte ad un uditorio diseducato alla
genialità.
Il vero guaio di tutto questo e’ l’attuale dis-educazione alla genialità e quindi alla bellezza che ha colpito
le migliaia di generazioni di post millenium che pensano alla genialità di uno smartphone parlante, come
se la tecnologia potesse sostituirsi alla genialità.
Niente di più eretico : la genialità nasce, vive, e crea senza che nessuno glielo chieda a comando ,senza
pensare al fatturato , al mercato , ai “mi piace” ,perché il genio e’ tragicamente libero, visto che nella
maggioranza dei casi , non essendo compreso, non comprende lui stesso perché dovrebbe essere
compreso,visto che la sua essenza è pari al concepimento di un bambino , concepito per amore e non su
commissione.
Il genio vive l’amore come forma di comunione universale del bene esaltandosi attraverso la creazione
che compie nel momento unico che e’ ispirazione,come se fosse un parto accelerato dall’inventiva per
dare forma, sfogo e voce all’idea di vita allo stato puro e in questo non puo’ esserci dialogo con la
fecondazione in vitro del genio al pari della fecondazione nell’utero in affitto del “potenziale genio” che
nasce orfano, figlio di un desiderio che non e’ amore ma delirio e volontà di possesso limitata
all’esaurimento dello stimolo di realizzazione del desiderio e cioè la fecondazione in vitro ,assistita,
pilotata , frullata ecc…
L’amore poi è sentimento e valore che ha tenuta stagna visto che e’ edu-cazione che il neonato riceve
come se lui stesso fosse un miracolo , una divinazione che in questo senso da appartenenza al
mondo stesso.
Questo significa che il genio e non il folle (quest’ultimo ha il limite di non andare oltre al proprio delirio
psicotico ) ha la potenza unica della creazione , un’emanazione che espandendosi contagia migliorando il
mondo, perché detiene in sé l’origine delle cose , l’amore che e’ appartenenza e il dolore che è
controverso della stessa medaglia.
Il bambino pensa sin da quando è embrione, capta le emozioni della madre che e’ gestante di potenza di
vita, il bambino nato per amore non come un viaggio da programmare ,emanerà nella sua vita l’amore che
gli è stato dato sin dal primo momento ,quando diventato embrione e poi feto
e poi neonato trionferà attraverso la sua venuta al mondo come essere vivente.
Il bambino, prima embrione e feto , sente anche il non amore, l’anaffettività che la madre biologica,
etica,surrogata ecc… trasmette e captandone le anomalie di comportamento che vuole tutte le madri
affettive ,alla sua nascita erediterà il male del mondo , il genio potrà trasformare il male che ha ricevuto se
in sé ha la caratteristica della metamorfosi del male che diventa bene.
Molti casi nella storia dell’arte hanno avuto il risvolto del male che diventa bene in cui il genio
delirante ma non folle come Van Gogh hanno donato l’essenza dell’anima convertita in arte.

Marcello Veneziani poi passa in rassegna i grandi della storia dell’arte ,quali Ligabue, Dino
Campana,Ezra Pound (chissà poi perché ci si impossessati del suo nome per fare politica..?!?! e ciò
svincolando la storia della politica che spesso si impadronisce delle idee per fare comunicazione, non
creando idee sue ma prendendole dagli altri ,quindi idee già collaudate che hanno fatto pensiero ), e
ancora Strindberg, Jaspers, ,Mario Tobini, Thomas Beckett, e scrive :
“nasciamo tutti pazzi, alcuni poi lo restano.Il genio mette a frutto la pazzia, cavalca la follìa senza
esserne dominato. A volte finisce irretito nella sua follìa, perché ne è congenitamente predisposto, è
ipersensibile , o ha preteso l’infinito, l’assoluto” .
In questo assunto , esiste l’unicità del genio che non ha niente a che fare con il fenomeno della
trasgressione dal 1968 (condivido con Marcello Veneziani) in avanti dove per trasgressione si intende la
massificazione della libertà che e ‘ stato l’avamposto del conformismo intellettuale che ci ha colpito
come una malattia irreversibile..
Perche’ mai dobbiamo essere tutti uguali e avvinti dal falso sentimento della ribellione (che nasce
dall’intimo del proprio io) visto come aggregazione all’incontrario che ci vuole tutti trasgressori per
induzione del “sistema del pensiero unico che pensa per noi e ci invita a mettere a riposo il nostro
cervello ?
Marcello Veneziani scrive “Creatività diffusa (e io dico spesso plagiata),fantasia,la vita come capriccio e
stravaganza di massa sono i suoi indizi fino al paradosso di sentirsi tutti speciali, fuori dal comune .Si
abusa dell’aggettivo geniale (e io dico forse non si conosce il suo significato ..?)
in giro troppi geni estemporanei per auto-acclamazione o per esagerazione di chi li acclama..”
Niente di tutto questo e’ genio, semmai e’ massificazione della pseudo genialità come conseguenza coatta
della massificazione del pensiero che ci vuole uguali anche nell’uso -abuso della parola genio.
Il genio e’ colui che condensa nel fulmineo momento della sua esistenza la visione che non spiega ,ma
crea il mondo non conforme dell’immaginazione, condizione che non viene compresa dai contemporanei
ma dai posteri che vivranno dell’idea come spartiacque creata dal genio scomparso che lascia come sua
eredità l’avventura della creazione quale forma di salvezza e patrimonio a coloro che arrivando dopo di
loro ,vengono investiti dalla funzione di essere interpreti
dell’altrui pensiero , i critici letterari e della storia dell’arte , sacerdoti del bello e della sua negazione, il
capriccio, l’essere gregari di un sogno ,una forma di divinazione destinata a pochi , i geni, i quali mutilati
dal dileggio che spesso li investe non essendo compresi, vivono nella solitudine della creazione il dialogo
con l’universo che gli appare.
Gli altri ?gregari ,conformisti che come disse Giorgio Gaber “vivono per sentito dire “.
Barbara Appiano
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