La poesia l’ultima sopravvissuta del mondo da buttare via

EDITORIALE N. 7 DEL IL MONDO A PASSO D’UOMO DEL 25 NOVEMBRE 2019

POETI E INFLUENCER CHI DEI DUE E’ ARTISTA ?

POESIA , UN “BRAND” CHE NON FATTURA MA CHE FRATTURA IL MONDO PER POLVERIZZARLO E RICOMPORLO.

Il mondo a passo d’uomo sostiene la poesia che non ha scopo di lucro e che per esistere non occupa spazi, pianerottoli, cortili condominiali.

La poesia di Maria Teresa Liuzzo è il mondo sospeso delle parole che vibrano senza fare rumore.

Oggi voglio parlarvi di poesia, si , proprio lei, la poesia, quella che non alza i fatturati che non ci fa diventare ricchi ,che non è “ramo d’azienda “ per gli influencer….

Avete capito bene, parliamo di poesia dimensione che per esistere non ha bisogno del “mi piace” e tra le perle che mi sono capitate una in particolare ha stimolato la mia voglia di far parlare la poesia.

L’opera di Maria Teresa Liuzzo “Apeiron “ prefazione del Prof. Romeo Magherescu dell’Università di Craicova (Romania ) edizioni JASON EDITRICE pubblicata nel lontano (per coloro che viaggiano a ritmo di smartphone e tablet) ma vicino 1995 (perché il tempo della poesia non è un tassametro e vive a ritroso , nel presente e nel futuro), come se il tempo stesso fosse compressione ed espansione dell’universo inteso come senso -ragione-dogma essendo davvero un luogo immaginario dove le cose accadono per istinto e passione verso la verità.

La poetessa Maria Teresa Liuzzo le cui opere sono state tradotte in moltissime lingue, è una meraviglia di sintagmi, pulsazioni contemporanee di disillusioni che si aprono all’infinito “all’Apeiron” in una giravolta di versi che circolarmente portano il lettore allo stupore che il verso

per bellezza e summa di verità letteralmente “attizza”.

Siamo al pianerottolo del condominio “cielo”, davvero elevatissima versatilità poetica dove lo scontato del vivere quotidiano e il senso di smarrimento per l’esistenza diventa acceleratore nucleare di energia cosmica.

Non si puo’ non soffermarsi sull’introduzione che la stessa poetessa scrive:

La poesia nella coscienza del poeta :

La poesia cultura di luce quando il contenuto del messaggio anticipa la storia facendosi portatore di valori umani, cristiani, sociali.

E’ la profondità dell’anima che si manifesta attraverso la forza della parola , un pozzo di emozioni che non conosce infarti.

Poesia è il prodotto risultante di un’elevata e intensa sofferenza da una sensibilità superiore.

E’ sentimento puro.E’ quel filo rosso chiamato umiltà- non umiliazione- il lievito base che permette alla fantasia di prendere forma traducendo in versi l’emozione del momento.

Poesia è tale ,quando il battito è continuo e il sangue non è anello ma catena che genera attraverso la sorgente nuova fioritura di versi :sia che l’immagine ari labirinti, sia che semini chiarori.

E’ volontà che rimargina cicatrici di speranza accettando qualsiasi calvario. …E’ pace che conclude l’eterna attesa e on ammette né compromessi né fratture .”

La poesia della Liuzzo ha il sapore dell’essere mediterraneo come centro gravitazionale delle cose ed eredità di un sentire legato alla propria terra che è humus, destino, origine e luogo , è arco che tesse la tela che la avvolge e la svolge come una matassa la cui fine è l’inizio da dove ripartire quando la parola diventa il plurale di cose da vivere e che non si possono evitare tanto meno ignorare.

Il concetto della finitudine delle cose che si contrappone ad Apeiron al tema dell’infinito che compare anche in copertina con la rappresentazione de “il dialogo con l’infinito”

A pag. 160 Tutto è fine :

Cieco il silenzio ci trascina/dove il buio frantuma la visione/nell’oblio s’affonda dove morte naviga/la cenere ed il faro ci abbaglia/come vuote che sopprime/nel vento che amaro s’alza /

tra spini di ricordi L’un l’altro uniti spore di sangue/alla catena del tempo nella dolce prigione della vita/il gelo più non ci sorprende/e i giorni declinare sento come ali remote nell’eden dell’angoscia/

Tra sabbie adulterine/caute sprofondano l’ombre carnali / Quaggiù la materia è fine /Altrove si concretizzano gli affanni /

L’infinito diventa incertezza perché è mistero ed esistenza vissuta come in un baratro di cui non si sa che cosa ci sia oltre..L’oltre in Maria Teresa Liuzzo è “l’altrove dove si concretizzano gli affanni”

che diventano cosa certa perche’ concreta e sono la sofferenza dell’umano sentire che anelando

alla perfezione di cui dispone la Natura dentro la quale noi siamo custoditi come parte di un disegno in cui le nostre figure sono linee rette che si spezzano innanzi al “quaggiù la materia fine “

Che sia una forma di pessimismo linguistico o di poesia come momento astrale di struggente malinconia certo è che come scrive il Prof. Romeo Magherescu nella prefazione a pag.10 :

la vera lirica è dei poeti autentici che non sono mai in troppi quando officiano da sacerdoti il rituale nel tempio della poesia come fa la nostra !”

Il prof. Magherescu affronta sia pure di lato , il problema già allora sentito dell’inflazione di editori, stampatori e poeti che con la convizione di avere raggiunto “l’infinito “ si proclamo geni dell’ultima ora.

Niente di piu’ erroneo, gli artisti veri e di sostanza sono rarissimi vivono la dimensione irreale della visione del mondo che tutto abbraccia attraverso la forza della parola che e’ arma , stiletto ,spada ma anche consolazione ,estraniazione dove la bellezza e la verità sono coincidenti nel tentativo continuo di spiegare ciò che non si spiega pur scrivendola e descrivendola , la poesia ,vista come proiezione incontaminata di un mondo da salvare .

La Liuzzo è stata anche plagiata come mi è capitato casualmente di leggere versi d’altri, eppure anche plagiandole i versi,che restano suoi come intimità e identità poetica ed esegetica, la verità della poesia come autentica sorgente di una visione che comprime e espande non ne viene scalfita e la copia dell’originale pur rubando la luce a quest’ultima diventa banale.

Quindi la poesia oggi è una necessità dell’anima se mai questa resta “illibata” da ogni tentativo di trasformarla in un gadget o sponsor elettorale e per l’umiltà che emanano i suoi versi possiamo dire che è contemporanea al tempo della sua genesi di scrittura e attuale nella sua potenza di messaggio universale,essendo l’opera dell’artista scevra da ogni forma di condizionamento accademico che ne deformerebbe il senso del vero .

Hanno scritto di lei : Giuseppe Amoroso, Emilio Argiroffi,Giorgio Barbèri Squarotti,Piero Bigongiari, Pasquino Crupi,Giuseppe De Marco, Silvano Demarchi,Giacinto Di Stefano, Alba Florio,Sharo Gambino,Piero Gangemi,Vincenzo Guarracino,Isabella Lo Schiavo,Renato Meladiò,Vincenzo Paladino,Giuseppe Pensabene, Antonio Piromalli,Peter Russell,Maria Luisa Spaziani,Vittorio Vettori.

Per concludere “ il mondo a passo d’uomo” sostiene la poesia di Maria Teresa Liuzzo come pensiero lento che ha necessità di fermarsi per farsi leggere ,assimilare ed essere ricordato come opera intellettuale ,pensiero necessario per evitare l’indifferenza , il nichilismo che pervadono la cosidetta “societa’ moderna” .In questo senso la modernità dell’opera della Liuzzo è custodire in sé il preambolo dell’oggi in divenire ,che e’ secolo buio ,decadenza e appiattimento della conoscenza destinata ad essere un primato di tecnologia dove L’ETHOS, (quale forma morale dell’uomo) è il fattorino di un mondo che correndo senza fermarsi si perso per strada la poesia , l’apeiron, l’infinito dell’immaginazione .

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