Il mondo a passo d’uomo n. 4 uscita in anticipo 30 ottobre 2019 prossima uscita 11 novembre

Visto il ponte di Ognissanti, regaliamo il numero 4 de “il mondo a passo d’uomo” per una lettura lenta da fare durante le festività.

Editoriale  dal mondo dell’arte , sussulto e vagito , immaginazione  e sostegno del mondo che si e’ ribaltato ,dove la bellezza è diventata un’idea -ciclostile da riprodurre ad uso e consumo nel delirio di essere immortali ,ubiquitari, voce e corpo di una realtà virtuale scollata dal reale, dove per salutarsi dobbiamo baciarci, stringerci la mano, parlarci creando atmosfera….Ecco quello che manca oggi nei social e che non puo’ essere riprodatta in modo virtuale l’atmosfera…

Ho scelto di fare un editoriale fuori dai canoni  di notizia  introduttiva  per invitare i lettori a riflettere sul senso universale dell’arte come linguaggio dell’amore e della bellezza che eternano l’uomo e le sue gesta.

Mi hanno suggerito questo editoriale un giornalista poeta Stefano Duranti Poccetti e il pittore architetto Andrea Guasti, in un certo senso loro sono i collanti delle parole che scorrono in questo articolo che e’ pioniere a modo suo di veicolare il messaggio ineludibile del senso , del valore dell’arte.

Partendo da Stefano Duranti Poccetti , il suo libro raccolta “Mortali ,Immortali “ e’ un modo per descrivere il mondo come un viaggio dove l’immaginazione è il motore  che alimenta la parola ..

L’atmosfera che emana il libro e’ quella del  viaggiatore che viaggia nel suo interiore innescando il vissuto che diventa riflessione e associazione…Di seguito la mia recensione all’opera “Mortali e Immortali “ di Stefano Duranti Poccetti  giornalista , critico letterario ,poeta e soprattutto amico .

“Assolo e complementi vocali  di esistenza nella poesia  “diffusa e trasfusa “ di Stefano Duranti Poccetti.

“Mortali e Immortali “ di Stefano Duranti Poccetti edizioni  Transeuropa /nuova poetica pagine.56 ,silloge  di pensieri meditabondi ed erranti  che si stordiscono di malinconia ,che corrono senza fermarsi per diventare cemento di esistenza ,  mi è capitata stamattina tra le mani dopo che il postino mi ha suonato il campanello, pardon la campana, io vivo in campagna, nebbia e silenzio avvolgono anche il postino che mi ha portato questo dono, un libro che  sussulta poesia , che è capsula e condensazione, immediatezza ed espansione di senso universale delle cose.

Il titolo “Mortali e Immortali” e’ ansia di esistenza , un passeggiare attraverso il quotidiano per cristallizzare momenti di poesia che altrimenti se ne andrebbero via…

“Mortali e immortali” siamo noi che ,mortali, attraverso l’amore sopravviviamo nel ricordo e attraverso l’arte diventiamo immortali come sosteneva Goethe nelle  affinità elettive.

La visione della scrittura di Stefano Duranti Poccetti e’ approccio che  incede con costanza alla vita, mentre i versi corposi ma snelli sono numerati come se fossero dei giorni di un calendario dove la vita chiede di essere scritta per quello che e’ divinazione oltre modo assoluta per quanto mistero sia il suo vagito che resta tale e non urla mai la propria disperazione, perché la vita è domandarsi senza mai rispondersi.

Rispondersi è ricordarsi quando la parola ferma allo stop  del “dubitare osservando e vivendo “che dà precedenza all’immediato, si incanta e poi si incatena avviluppando l’aria che la circonda , tracimando il senso proprio delle cose ,che in verita’ non chiedono di essere “sensate” nel preludio di un giorno che non finisce e non comincia visto che  tale giorno è tempo, è dimensione universale dell’esistente.

Stefano Duranti Poccetti esordisce a pag. 5 dicendo “Miscellanea di pieno e vuoto, luce e foschia è l’esistenza ,antologia di vita e morte (serenità ricoperta di ombre).Guardo l’orizzonte e penso ai tuoi occhi: echi di amore,tardiva speranza, giunta all’ultimo porto”.

Per spiegare l’inspiegabile e cioè la “tardiva speranza “(come se il tempo fosse tardivo perche’ rinunciatario e disilluso)Stefano  vive l’esistenza come una miscellanea di pieno e  vuoto,dicotomico e in essa l’amore come forma di appartenenza che  è schermaglia di salti del cuore che rimbalza come una palla che vorrebbe trovare un posto dove fermarsi, guardando con gli occhi di chi ? dell’amore che ha nome , volto ,voce e ricordo .

I ricordi diventano dei cavalieri solitari , cavalcano con la briglia della semantica , la mistica del ricordare per emozionare, sono cavalieri  che galoppano per fuggire per fermarsi per riprendere fiato alla stazione permanente  della storia che non chiude mai fintanto che noi da mortali ricordiamo .

Ricordare  parlare a s stessi per ascoltarsi, questa  è la solitudine che galoppa per cercare nella moltitudine dei ricordi della propria esistenza il freno a mano della disillusione.

I ricordi di Stefano che sono giorni di un calendario da scrivere in costanza di poesia, spaziano da Roma al periodo Parigino dei suoi studi e  a pag. 12 al pensiero VI ,la miscellanea della contemporaneita’ e del classicismo rincorre ,Maria Callas, Renata Tebaldi,Coppi,Bartali,Schumacher,Villeneuve ,Mozart e…..Apollo e Dionisio così cari a Nietszche

Una miscellanea di eventi che entrano nella vita di ognuno di noi, eppure cosi’ lontano dal nostro esserci, ma assurti a immaginario collettivo, e che avranno mai Mozart e Villeneuve e Schumacher in comune con Maria Callas ,Coppi ,e Bartali ?

Li unisce l’ambizione di esistere oltre il limite del reale per entrare nel palcoscenico dell’essere stati   per diventare …

Ontos ,essere ,pervadendo le cose, simultaneita’ di azione  che metabolizza il giorno che diventa diario da scrivere senza interruzione fintanto che l’immaginare alimenta la potenza della sublimazione cosi’ libera dalle convenzioni.

Stefano Duranti Poccetti ci dà la prova in questo libro che la poesia in quanto pensiero e condensazione è svincolata da protocolli di comunicazione perche’ è ACCADIMENTO di cose che ci capitano , che ci fanno fermare per pensare al senso della poesia di Verlaine (pag.11 pensiero V) che non chiedeva di essere capito piuttosto che il viaggiare cosmico senza telepass davanti alla visione  di Santa Maria Maggiore pag. 13 pensiero VII  “ è sera, la quiete di Santa Maria Maggiore cozza con il cancan del Colosseo “

Questa e’ summa straordinaria di appartenenza al mondo dove le cose e i luoghi anche da distante parlano tra di loro  “cozza con il cancan del Colosseo” (cozzare diventa parlare )pur non essendo vicini di pianerottolo, visto c he l’una ,Santa Maria Maggiore e’ a Firenze e l’altro è posteggiato da piu’di 2000 anni a Roma.

Una visione caleidescopica originalissima di fare poesia , Mortali e Immortali si legge tutto d’un fiato, come se fosse  il diario fatto di giorni numerati come se fosse un calendario esistenziale , un viaggio (in questo caso di ricordi e viaggi precedenti ) di un gentiluomo del ventunesimo secolo, che approdato nel mondo della meraviglia e dello stupore quale sola poesia quale forma  subcosciente di espansione fantastica della parola sa regalare, in che modo , parlando e ascoltandosi attraverso la nostalgia.

“Dedicato a  Michela che al mio cuore dettò”,quindi abbiamo l’ispirazione del momento che ha un nome , la silloge e’ cuore battente che ubbidisce all’emozione del ricordo e di quello che è stato…Poesia ? Un accadimento ,cronaca del vissuto che per diventare tale ha dovuto vivere, “Mortali e immortali” , una scaletta di istantanee e immediata sintesi poetica e sintattica  da cullare ,perdendosi tra mondo di ieri e mondo di oggi che è  uno solo, passato , presente e poi futuro che e’ figlio del presente e ,diciamo , “nipote” del passato,dicono si chiami tempo, ben rappresentato da Stefano Duranti Poccetti.

Barbara Appiano

E adesso per congiungere il mondo di Stefano Duranti Poccetti al mondo pittorico e onirico di Andrea Guasti entrambi toscani il primo di Cortona (Arezzo) il secondo di Firenze e  corrispondente da Pisa per la nostra redazione  vi presento una sua opera che io ho battezzato “Autostrada”……Due modi di vedere il mondo interpretandolo con la parola e la pittura che e’ idea in entrambe le dimensioni. “Mortali e Immortali “di Stefano Duranti Poccetti e Autostrada di Andrea Guasti si sono incontrati nel mondo a passo d’uomo che per metterli insieme  ha dato ospitalita’ al mondo della bellezza , che e’ IDEA SEMPRE DA SOSTENERE.Sosteniamo i mondi di Stefano e Andrea attraverso la comunicazione dei luoghi  che la mente inventa per creare il dialogo dell’immaginazione.

Ringrazio entrambi per avermi dato l’opportunità e l’occasione di ospitarli sul giornale “il mondo a passo d’uomo”che ha fatto della lentezza , un’idea di mondo a lunga percorrenza dove è ancora possibile fermarsi per riflettere oltre l’orizzonte dello scontato e dell’ ovvio.

Abbozzo cromatico di un cielo assediato dai meteopatici,di riserva restano le fattucchiere a predire giorni di azzurro maritato.

Autostrada ,rimedia gocce  che cadono a terra senza curarsi di dove il colore andrà a svernare.

Oggi , domani, e ieri tratti autostradali a pennello fuggono la gobba di un cammello,mentre il rosso temerario per paura  di restare indietro e inosservato,, piomba a volo di gabbiano, insediandosi ..

Chiude a chioccia torcendo il naso la strada mutata a guscio in attesa di una fermata d’emergenza, tuona a riposo un pennello stanco, generando pioggia, altro non si puo’ dire se non che la goccia dove cade lascia l’ombra maldestra di una mano ferma, incompiuta traccia di un domani da venire.

Andrea Guasti ha oltrepassato il muro della geometria del paesaggio lasciando agli occhi di chi guarda la visione di un mondo a bobina che srotolandosi soffia l’astrazione di un momento, la fuga e l’intervallo di una giornata in attesa.

Barbara Appiano

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