I letterati oggi, conformisti e lecchini, quando gli scrittori avevano veramente coraggio

Il mondo a passo d’uomo n.6 del 18 novembre 2019

Da Libero pag.24 del 17 novembre 2019 rubrica “libero pensiero “ sosteniamo l’articolo di Giordano Tedoldi “I letterati oggi, conformisti e lecchini, quando gli scrittori avevano veramente coraggio”
Il mondo a passo d’uomo saluta la sesta uscita con un articolo da sostenere per la verità che esce dai pori , pardon dall’inchiostro della carta da quotidiano dove in 5 colonne di articolo, il giornalista Giordano
Tedoldi fa un identikit del mondo asfittico e mediocre nonché appiattito della letteratura contemporanea…
E’ vero gli scrittori un tempo avevano coraggio mossi dagli eventi che vivevano come guerre
,rivoluzioni, contro rivoluzioni, totalitarismi , fame e malattie che diventano URGENZA culturale
attraverso la quale formare la propria coscienza di testimome del proprio tempo ma non genuflesso verso
il potente di turno..
Il giornalista mette a confronti di “cattivi maestri “ di un tempo non troppo lontano con i maestri
non cattivi del nostro contemporaneo panorama letterario..E ne esce attraverso anche la presentazione e il
contenuto sintetico del libro uscito da poco “Indispensabile “ edito da Tipografia Helvetica , in cui
attraverso Orwell, Adorno, Huxley si spiega che cosa sia stato un cattivo maestro della letteratura “che il
loro essere tenuti assieme é essere stati dei buoni cattivi maestri “ e prosegue scrivendo “
quando diciamo “cattivi maestri” intendiamo quelli ,che pur praticando un insegnamento duro come
quello della verità, privo di sconti e consolazioni,non hanno mai imbracciato il mitra per difendere le
loro idee, o giustificato l’omicidio del nemico di classe.Se avanziamo l’ipotesi che oggi non ci siano né
cattivi maestri ideologizzati , né cattivi maestri buoni, ma soltanto chiacchieroni insipidi,tornare agli
autori raccolti in “Indispensabile”, ci mostra la misura del declino culturale..”
Scrive Aldous Huxley ne “L’isola”I corollari dei consumi di massa ,sono comunicazione di massa ,la
pubblicità di massa, la televisione sotto forma di oppiacei come pure il meprobamato (che è un
tranquillante) ..Pure l’Europa e’ arrivata alla produzione di massa del pensiero positivo (e io aggiungo
declino delle differenze e della ricerca della verità)e a che cosa servirà la sua gioventù? Al consumo di
massa”
Altro che declino culturale siamo all’appiattimento cerebrale dell’indipendenza di pensiero, quel sano
principio che vuole che le idee contrarie si parlino per creare la pluralità delle intelligenze cosi’ necessarie
per creare un mondo non a senso unico..
E gli intellettuali ?I contemporanei pensatori miei colleghi, i più sono attaccati al successo personale di
essere visibili in ogni dove anche nelle toelette e nei camerini di emittenti radiotelevisivi, non importa che
cosa si dice, ma come si dice e quante volte si ripetono le stesse cose…Si che ad un certo punto lo scrittore
Pinco Pallo te lo vedi in contemporanea dappertutto a dire sempre le stesse cose , cosi deferente verso il
potere mediatico che come lo porta alle stelle lo fa scendere sotto terra ignorandolo per future ospitate a
venire…
E allora ? Allora la democrazia della tecnologia ha pensato ad inventare una felicità di facile consumo
dove tutti possono essere protagonisti della loro vita social con un clic… E in tutto questo l’editoria pura è
diventata la vera assente della scena culturale declinata ai “mi piace” , un’editoria,legata al fatturato (
dove la qualità è una merce che pesa quanto una fascia di mercato di lettori da raggiungere che non
leggono) che pubblica di tutto dove il libro è diventato uno schiavo dell’indecenza di volere essere a tutti i
costi geniali, importanti , originali ,cosi abbiamo 50.000 titoli sfornati ogni anno di libri che non si sa
nemmeno se vengono letti, perche’ ormai il libro è un accessorio dove chi lo scrive deve per forza far
sapere che anche lui siede al centro del mondo con il suo libro che magari parla di un amore mancato,
della morte della nonna, o della sindrome da Biancaneve che non tollera le mele e preferisce il silicone,
comunque libri che diventano “pattume “ culturale perché il pensiero unico che produce stile catena di
montaggio la felicità di esserci , ti vuole geniale anche se tu non lo sei e se ti manca la marcia in più non
devi preoccuparti ,ci pensa il sistema della cultura da supermercato a farti sentire geniale…
La verità messa in uno sgabuzzino grida la sua voglia di parlare, attende che gli scrittori coraggiosi del
passato millennio ritornino, ma si sa la tecnologia non ha ancora scoperto la resurrezione di coloro che
non ci sono più e che per esserci e restare immortali hanno lasciato dei libri che basterebbe leggere per
scoprire quanto oggi la cultura sia banale ,quanto coloro che determinano gusto e orientamento stiano
troppo in alto completamente scollati dalla realtà da viverne una fatta su misura e non sentano il brusio
che arriva dal basso , basterebbe tendere bene l’orecchio per sentire che l’urgenza di una cultura della

verità agonizza ma non muore , resiste per volontà di sopravvivenza quella dei libri di spessore che sono
la testimonianza dell’eternità dell’arte e della cultura.
Chi ha paura del pensiero alternativo che dà una visione alternativa impedisce a coloro che hanno il diritto
di ricevere la conoscenza di sapere che esiste sempre una scelta, originata dall’alternanza e del pluralismo
che non ha paura di chiamarsi destra, sinistra, centro. E’ la cultura quella della vita dei buoni – cattivi
maestri che non sapevano di essere cattivi e scrissero della verità,quella che oggi è osteggiata come la
peste bubbonica, invisa senza che lei ,la verità ( imparziale per sua natura, indivisibile per la sostanza che
la tiene in vita , apolitica per la sua strategia comportamentale) abbia diritto di parola,messa a tacere come
un elettrodomestico obsoleto .
Barbara Appiano in arte Ifigenia , la figlia del malcontento.
da :Il mondo a passo d’uomo rubrica “il mondo seduto “ n. 6 del 18 novembre 2019
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